E' sempre difficile poter definire con chiarezza cosa è Linux, molto banalmente potremmo riferirci ad esso come ad un sistema operativo alternativo a Windows, ma ben presto ci accorgeremo che dietro ad un sistema così innovativo, si nasconde un immenso mondo, del tutto nuovo e dalle potenzialità infinite: il Software Libero (Open Source) .
Si introduce una nuova categoria, detta appunto, Open Source, ad essa ci si riferisce per intendere quel software che è distribuito dal proprietario (ossia dallo sviluppatore) gratuitamente (ma non necessariamente), contestualmente al file sorgente, o meglio al listato del programma (che può essere scritto in C++ piuttosto che in Pascal) in chiaro; permettendo a chiunque di utilizzare il listato scritto dallo sviluppatore, con la possibilità di modificarne i parametri di interesse e ricompilarlo per creare così un file binario che viene letto dalla propria macchina (attraverso il sistema operativo) e dunque eseguito, sempre secondo l'esigenza specifica.
Sembrerebbe un lavoretto per un classico hacker che modifica a proprio comodo i sistemi informatici, per poterne disporre come meglio crede; ebbene si, in linea teorica chi utilizza Linux e ne modifica le sue parti per adattarle alle proprie necessità, è un hacker.
Il termine "hacker", come si intuisce, nasce negli Stati Uniti, nel periodo di sviluppo di ARPAnet (la versione primordiale di internet); il gergo "hacker" (jargon) si diffuse nelle principali Università collegate. La terminologia utilizzata fu raccolta in un file da Raphael Finkel presso l'università di Stanford nel 1975. Un nuovo polo di sviluppo della cultura hacker fu il centro di ricerca di Palo Alto dove dalla fine degli anni '70 alla metà degli anni '80 furono sviluppate nuove tecnologie.
Il legame tra hacker e nuove scoperte tecnologiche è quindi strettissimo. Caratteristica comune per quelle persone che definiamo hacker è il raggiungimento di un obiettivo nel minor tempo possibile, una rivisitazione in chiave moderna di ``il principio giustifica il mezzo'' di Macchiavelli.
Esiste anche una connotazione negativa del termine, legata a fattori di criminalità informatica e viene espressamente indicata con il termine "cracker". I media spesso confondono le due definizioni e utilizzano il termine "hacker" con carattere negativo; anche la new economy gioca con il fattore terrore e non è un caso che siano proprio i produttori di soluzioni di sicurezza a migliorare le proprie quotazioni in borsa durante attacchi informatici.